
La vendemmia 2021 è stata caratterizzata da diffusi rincari dei prezzi delle uve da vino sul territorio nazionale. L’andamento climatico avverso caratterizzato dalle gelate primaverili che hanno colpito in modo particolare le regioni del Centro e del Nord Italia è stato alla base dei rialzi osservati nei listini rilevati dalle Camere di commercio. Tra le uve venete, aumenti si sono registrati per i prezzi delle uve atte a Amarone e Recioto e Lugana rilevate sulla piazza di Verona e prezzi in ripresa per le uve Glera atte alla DOCG Conegliano – Valdobbiadene, in crescita sulla piazza di Treviso dopo il calo del triennio 2018-2020. In Lombardia, prezzi in risalita per le uve atte a Franciacorta DOCG, sebbene i valori restino lontani dai picchi del 2017 e aumenti anche per le uve atte a Lugana. Un evidente segno “più” si riscontra anche spostandosi in Piemonte, con punte del +50% per le uve atte alla produzione di Dolcetto d’Alba DOC, del +60%, per le uve Nebbiolo atte a Barolo DOCG fino a giungere a sfiorare il +90% per il Barbera del Monferrato biologico. Aumenti diffusi anche sulle piazze toscane. Tornano a crescere i prezzi delle uve atte a Chianti, con incrementi rispetto al 2020 più marcati per le uve atte a Chianti DOCG (+61%) rispetto alle uve atte a Chianti Classico (+12%). Prezzi in ripresa per le uve Sangiovese atte alla produzione del Brunello di Montalcino DOCG. E in Abruzzo il segno “più” è tornato a registrarsi per le uve atte a Montepulciano DOC e per le uve atte a Pecorino DOC e Trebbiano DOC. Al Sud, tra i vitigni irpini, dopo il calo del triennio precedente, aumenti si sono osservati per le uve atte a Fiano di Avellino e Greco di Tufo.